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Comunicazione e comunità: il compito del ROTARY 1990
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Relazione Programmatica 1996
Amici carissimi, come sapete, è tradizione del nostro Club che il Presidente illustri il suo programma nella seconda metà del mese di Settembre. D'accordo con il Consiglio Direttivo, ho ritenuto opportuno mantenere questa tradizione con due sole variazioni: estendere l'invito ai coniugi dei Soci e allietare la serata con musica e ballo. La pri-ma variazione ci è stata suggerita dalla considerazione che nessun programma rotariano potrà mai avere pieno successo se il Club non riesce a coinvolgere le consorti e i consorti dei soci; la seconda dalla convinzione che l'impegno rotariano deve essere si serio, ma non necessariamente serioso e che, quindi, musica e ballo sarebbero stati, da una parte, un piacevole coronamento della serata e, dall'altra, avrebbero attutito la noiosità della mia relazione programmatica. Mentre riflettevo sulle cose che Vi avrei detto, sono riandato con la memoria alla mia esperienza rotariana. Ed in essa ho trovato le ragioni che mi hanno reso un rotariano convinto, che mi hanno spronato a dare il mio piccolo contributo a questo sodalizio e che mi hanno indotto ad accettare l'onore e l'onere di presiedere il nostro Club. Molte delle presenze di questa sera, ed in particolare gli ospiti estremamente graditi del Club, sono stati, direttamente o indirettamente, estremamente importanti nella mia vita rotariana. Ed è per questo che li ho voluti accanto a me in una serata per me così importante e che li ringrazio per aver accettato il mio invito. Ho trovato la lettera della fine del 1983 con la quale il Segretario di allora, Massimo Filippo Marzi, mi comunicava la mia ammissione al Club. Massimo, in realtà, era anche il mio socio presentatore e, come credo sappiano ormai anche le pietre, era stato mio compagno di banco durante gli anni di liceo alla Scuola Militare Nunziatella. Con la sua naturale bontà, Massimo aveva da sempre superato la naturale antipatia che ispira il proprio capoclasse (non Vi dico il proprio capocorso!) e mi aveva sempre dato, con generosità, la sua affettuosa amicizia. Credo che questa amicizia contribuì non poco alla prova di fiducia che, con molta benevolenza, il Club accettò di darmi, affidandomi il compito di rappresentare la classifica della ricerca nel settore delle telecomunicazioni. Allora non ero ancora Direttore della Fondazione Bordoni e non avevo ancora ottenuto i riconoscimenti che poi, un po' un impegno più che trentennale e un po' un pizzico di fortuna, mi avrebbero procurato nel seguito. Entrai dunque nel Club. La Presidenza di Guido Viola era quasi ultimata per cui l'inizio della mia vita rotariana coincise con la presidenza di Gino Gambassi. E cominciai ad apprezzare sempre più l'arricchimento culturale, di amicizia e di solidarietà che il Club mi offriva e che io, in quegli anni, presi a piene mani. Fino al 1989 fui un rotariano discretamente assiduo ma non particolarmente attivo in Commissioni o Consigli Direttivi. In quell'anno, credo con lo zampino dell'allora Segretario e mio caro amico d'infanzia Franco Cuneo, fui chiamato a far parte del Consiglio Direttivo del Presidente Antonio Cacciavillani. Antonio pre-siedeva il Consiglio del nostro Club con la stessa autorevolezza con cui aveva presieduto enti ed industrie di primaria importanza. Da grande manager qual era, individuò subito nel Consiglio le sue vittime preferite. Federico Grifoni lo era, direi, per definizione lavorando insieme ad Antonio nel Sistema Roma. Vincenzo Bianchini lo era per tradizione, essendo stato Antonio autorevole Presidente della Società IBM. Io e Mario Melandri lo fummo per scelta, forse trascinati dal grande carisma di Antonio. I Presidenti di una volta erano un'altra cosa. Per noi, partecipare ad un Consiglio Direttivo era un po' come salire sul Monte Sinai, ricevere dal Presidente le tavole dei comandamenti e scendere a valle con le tavole sottobraccio. Scherzi a parte, fu un periodo per me molto fecondo, di importante formazione rotariana e che ricordo con grande piacere. E così come avevo imparato che è bene che il Club dia prova di fiducia, in un certo senso "scommetta", sugli aspiranti soci — anche prima che essi abbiano ottenuto un pieno riconoscimento dalla società — e che nel Club è possibile arricchirsi spiritualmente attraverso le conversazioni e i contatti con gli altri soci, così imparai che le vere amicizie rotariane si saldano in modo indissolubile quanto si collabora insieme per un obiettivo comune. E, non a caso, le mie compagne vittime di quell'anno rotariano sono tra le colonne più importanti del mio Consiglio Direttivo di quest'anno. Ricordo che mi fu affidata la Commissione Ammissioni e Classifiche. Insieme agli amici Franco Cuneo e Sergio Viola rivedemmo con coraggio tutte le classifiche esistenti, utilizzando la banca dati del Club che, per la prima volta, fu predisposta su calcolatore. Proponemmo molte modifiche e suscitammo qualche protesta. Ma il bilancio fu alla fine positivo, nel senso che si rinsaldò in ogni socio del Club l'attaccamento alla propria classifica, insieme all'orgoglio e alla consapevolezza di esserne il rappresentante esclusivo all'interno del Club. Fummo degli strenui difensori della "qualità" degli aspiranti soci e, con tutto questo, ri-uscimmo ad ampliare l'effettivo che toccò punte superiori ai 190 soci. Per la prima volta, come soci del nostro Club, furono ammesse le donne. Nello stesso anno imparai che le attività rotariane non devono essere necessariamente confinate nel proprio Club ma, ovunque possibile, estendersi anche al Distretto. Da Antonio Cacciavillani fui trascinato nel salotto dell'allora Governatore Francesco Di Raimondo. Un salotto che, per merito di Francesco e Gabriella, trasudava cultura e dove il Governatore, con grande entusiasmo, espose le sue idee circa il tema del Congresso Rotariano di quell'anno "Comunicazione e Comunità: il compito del Rotary". Un salotto dove appresi (ahimè!) di essere stato prescelto come "vittima designata" ad organizzare il Congresso. Il tema era così interessante e così vicino ai miei interessi culturali che non seppi dire di no a due amici come Francesco Di Raimondo e Antonio Cacciavillani. Fu un'esperienza per me entusiasmante. Strinsi amicizie con molti rotariani del Distretto. Perseguitai gli Oratori e riuscimmo così a distribuire in anticipo gli atti del Congresso, che a detta di molti, ebbe un discreto successo. Dopo quell'anno, la mia attività rotariana rientrò nella normalità limitandosi al compito di "curatore" della banca dati del Club. Finché nel '93 Toni Falce e nel '94 Roberto Giuriati mi vollero nei loro Consigli Direttivi. Il primo come Presidente della Commissione Ammissione e Classifiche ed il secondo come Presidente della Commissione Programmi. Durante la presidenza Giuriati, come dicevo all'inizio, fui eletto Presidente del nostro Club per l'anno '96-'97. Ho ritenuto importante ripercorrere con Voi le tappe della mia esperienza rotariana perché, da questa, sono scaturite le linee guida del programma di quest'anno. Un programma che, in stretto omaggio ai principi sui quali si fonda il Rotary, segue le quattro vie dell'azione interna, dell'azione professionale, dell'azione internazionale e dell'azione di interesse pubblico. Nell'ambito dell'azione interna un posto rilevante occupa il programma dei nostri incontri. Permettetemi di ringraziare di cuore l'amico Vincenzo Bianchini e i membri della sua Commissione. E' per merito loro se il Club ha, fin dai primi di luglio, un programma già strutturato per l'intero anno. Ovviamente il programma è suscettibile di piccoli ritocchi che vengono fatti ogni quindici giorni ma è sostanzialmente strutturato per l'intero anno. Dei circa 40 incontri previsti 16 sono dedicati al Rotary. Non ci sarà cioè settimana in cui non si parlerà di Rotary almeno una volta. Sono convinto che se ciascuno di noi si chiedesse "perché sono Rotariano?" troverebbe in sé molte risposte e le ragioni per le quali, nei suoi 90 anni di vita, il Rotary è passato, dal primo Club di Chicago composto da 4 persone, a più di 27.000 Club sparsi in tutto il mondo, con più di 1 milione e duecentomila aderenti. Ma sono anche convinto che non si può amare un sodalizio, che non lo si può servire con efficacia, se non lo si conosce nei suoi obiettivi, nelle sue finalità, nelle sue strutture. I Presidenti delle Commissioni di quest'anno, insieme con il Delegato Giovani ed il Delegato al Villaggio S.O.S., giocano in questo senso un ruolo fondamentale. Ad essi sono affidate le conversazioni nella prima settimana di ogni mese in cui, in armonia con il tema rotariano a cui il mese è dedicato, espongono gli obiettivi e le attività della propria Commissione. Completano il programma dedicato al Rotary, oltre alle mie due relazioni di inizio e fine anno, la visita del Governatore del nostro Distretto, quella del Presidente Internazionale, la relazione del Responsabile Distrettuale della Rotary Foundation e quella che il "past governor" Antonio De Majo terrà sull' "evoluzione del pensiero rotariano da Paul Harris ai giorni nostri". Infine, la festa della donna dell'8 marzo sarà da noi celebrata in chiave rotariana, ascoltando Italia Lecaldano che ci parlerà, con la sua proverbiale "verve", delle "riflessioni di una donna in un club rotariano". Cinque dei nostri incontri sono poi dedicati alla svolta epocale già in atto e che influenzerà in modo radicale la nostra vita dei prossimi anni. A partire dall'invenzione della stampa a caratteri mobili, circa 500 anni fa, la nostra cultura si è conservata abbattendo alberi, producendo cellulosa e depositando grafite sulla carta. Siamo alle soglie di una rivoluzione in cui progressivamente i "bit" si sostituiranno agli "atomi" ed in cui la vera ricchezza sarà la creazione e lo scambio dell' "informazione". Le nostre conversazioni sono dedicate ad esaminare alcune delle implicazioni che questa futura società dell'informazione avrà sul mercato del lavoro, sull'urbanistica delle nostre città ed, in generale, sulla società umana. Alle tematiche dell'attualità, con particolare riguardo alle istituzioni sia a livello nazionale che a livello europeo, e a quello della cultura in generale sono dedicati gli altri nostri incontri. In questo quadro si collocano le escursioni culturali che abbiamo programmato, in ottobre, a Pienza e Orvieto, in aprile, a Siviglia Cordova e Granada e, in giugno, a Capri. Lo sviluppo dell'effettivo e le ammissioni di nuovi soci è un altro aspetto importante dell'azione interna. Prima di procedere però all'esame della consistenza dell'effettivo del Club, il Consiglio Direttivo ha ritenuto opportuno esprimere la propria gratitudine ai "padri fondatori" di questo Club e a tutti coloro che vi hanno militato prima di noi, per averci consentito di vivere la nostra esperienza rotariana in un consesso di così elevate tradizioni ed, all'unanimità, ha deciso di nominare Socio Onorario l'amico Enrico Biamonti. La Commissione, coordinata con grande efficacia da Aldo Bernuzzi, ha poi curato l'aggiornamento delle classifiche e delle categorie del Club. La situazione al 1 luglio di quest'anno era di 152 soci, dei quali 79 attivi, 3 aggiunti e 70 seniori attivi. Abbiamo deciso pertanto di raccogliere l'esortazione del Presidente In-ternazionale e di puntare allo sviluppo dell'effettivo, recuperando, almeno in parte, il decremento numerico registrato negli ultimi anni. Tutto ciò, ovviamente, senza alcun cedimento sulla "qualità rotariana" degli aspiranti soci. Le strade che abbiamo individuato a questo scopo sono sostanzialmente tre. La prima è quella di coprire, almeno parzialmente, le circa 60 classifiche lasciate libere dai soci divenuti seniori attivi. Per questo stiamo chiedendo l'aiuto proprio degli stessi soci seniori attivi affinchè ci segnalino un nominativo a cui affidare il "testimone", un nominativo, cioè, che possa degnamente sostituirli nella classifica da loro lasciata libera. La seconda è quella di esaminare la possibilità di ammettere un certo numero di ex-rotaractiani, così come ci esorta il Governatore del nostro Distretto. La terza è quella di chiedere la collaborazione di tutti Voi a presentare nuovi soci o per coprire classifiche vacanti o come soci aggiunti. Noi siamo convinti che presentare un nuovo socio è un'azione rotariana molto meritevole. Come si legge nella relazione programmatica di Toni Falce "nuovi soci significa avere nuove idee, nuove esperienze, nuovo impulso per un Club più efficiente al servizio della comunità". All'informazione rotariana, all'assiduità e all'affiatamento dedica la propria attenzione la Commissione coordinata da Roberto Verna. Come ho già detto, all' "informazione rotariana" è dedicata una parte rilevante del programma dei nostri incontri. Sempre nell'ambito dell'informazione rotariana, credo che tutti avrete già ricevuto il piccolo opuscolo "Ecco il Rotary" che richiama i punti salienti della nostra Associazione, la sua origine, i suoi scopi, la sua struttura. L'abbiamo trovato interessante e sufficientemente conciso per avere buone probabilità di essere letto. La Commissione curerà poi, in modo particolare, l'informazione da fornire ai nuovi soci sul Rotary, sullo Statuto e sul Regolamento del nostro Club. A proposito dell'assiduità, devo dire che sia io che il Consiglio Direttivo saremmo estremamente felici di affrontare il problema economico — perché, senza ipocrisie, di problema economico si tratterebbe — che deriverebbe dall'ottenere il 100% delle presenze ai nostri incontri. Saremmo estremamente felici di af-frontarlo perché avremmo così raggiunto la partecipazione prevista dagli ideali rotariani. Ma anche senza essere così sognatori, contiamo di adoperarci per aumentare l'assiduità. La Commissione ha già compilato un elenco riservato, da cui risulta il grado di cronicità degli assenti abituali, e concordato con il Consiglio Di-rettivo un garbato programma di "recupero". Per migliorare l'affiatamento e la conoscenza reciproca abbiamo messo in essere tre iniziative. La prima è il ripristino del "cartellino", da indossare almeno nelle serate più importanti. La seconda è quella di preparare e distribuire il "calepino" tascabile, che tutti voi dovreste avere già ricevuto e che contiene l'elenco dei soci del Club, sia alfabetico che per classifica. La terza iniziativa è quella di aver affidato a ciascun membro del Consiglio Direttivo un certo numero di soci. Egli farà, attraverso quello che abbiamo battezzato "sistema informativo telefonico", presso i soci a lui affidati, opera di promozione per assicurare un'ampia partecipazione ai nostri incontri e alle nostre iniziative culturali. Insieme a Pino Troccoli ed ai membri della sua Commissione abbiamo poi definito i modi per mantenere e migliorare l'immagine del nostro Club sulla stampa rotariana a livello locale, distrettuale e nazionale. Si tratterà di continuare a far pervenire, con puntualità, al "Notiziario dei Club di Roma", al "Notiziario del Distretto" e alla rivista "Rotary" l'annuncio dei nostri programmi e il resoconto sia delle conversazioni e sia delle altre attività del Club, come escursioni e visite culturali. L'amico Troccoli agirà poi da "catalizzatore" affinché articoli di nostri soci continuino ad apparire sulla "Voce del Rotary" e, perché no?, su "Realtà Nuova". Passando all'azione professionale la Commissione coordinata da Maurizio Bufalini si è posta tre precisi obiettivi. Il primo è quello di curare una raccolta documentale, per le successive analisi e diffusione presso i Soci, dei codici etici e deontologici esistenti in Italia. Il secondo è quello di richiamare l'attenzione di Soci imprenditori alle iniziative del governo e delle associazioni, sia imprenditoriali che dei lavoratori, in merito all'inserimento di personale dirigente "disoccupato". Il terzo è quello di proseguire l'azione di orientamento professionale per i giovani dell'ultimo anno delle scuole medie superiori. Per quanto riguarda l'azione internazionale la Commissione coordinata da Maria Beatrice Medi si propone innanzitutto di sensibilizzare i soci del Club verso le iniziative rotariane in questo settore, con particolare riguardo alle attività della Rotary Foundation. Verrà studiata la possibilità di un gemellaggio con il Rotary Club di Siviglia in occasione della nostra escursione in Andalusia. Vorrei anche ricordare il contributo che il Club da a livello Distrettuale, con la presidenza della Commissione "Azione di pubblico interesse mondiale" affidata al nostro past President Roberto Giuriati. Ed, infine, l'azione di interesse pubblico, che è una delle azioni più importanti ma anche una delle più difficili da attuare in maniera incisiva. Grazie all'entusiasmo dell'amico Aldo Celi, il nostro Club svolgerà un ruolo da protagonista a livello Distrettuale e organizzerà alla fine di marzo, insieme con il Club di Monterotondo Mentana e di Monte Mario, il Convegno Internazionale sul tema "Ambiente e Salute". Il Convegno, che si svolgerà nell'Aula Magna dell'Università Cattolica di Roma, sarà inaugurato e concluso dal Governatore del nostro Distretto e vedrà, tra i partecipanti, i più illustri studiosi di questo settore. Fra gli Oratori vi sarà il nostro past President Roberto Giuriati, che svolgerà una relazione sulle tecnologie di misurazione dei fattori ambientali. Oltre ad organizzare il Convegno, il Club fornirà, come nel passato, il proprio contributo ai programmi della Rotary Foundation e del Villaggio S.O.S. e alle iniziative in favore degli orfani degli appartenenti alle nostre Forze Armate. "Costruisci il futuro con azione e lungimiranza" ci ha esortato il nostro Presidente Internazionale. E quale modo migliore di costruire il futuro di quello di essere vicino ai nostri giovani? Il nostro Rotaract continuerà ad avere il nostro più convinto supporto ed ha già partecipato a diverse nostre riunioni, su temi di particolare interesse per i giovani. Con la valida guida del Presidente Carla Valenzano, ha già elaborato un suo programma estremamente interessante e parteciperà, con una presentazione di grande efficacia, alla riunione dedicata ai giovani in occasione della visita del Presidente Internazionale. Ecco dunque, amici, il programma di quest'anno che ho cercato di esporVi, rifuggendo da considerazioni astratte e di principio e illustrando, invece, le azioni concrete che intendiamo intraprendere. È un programma che abbiamo cercato di costruire con grande impegno, anche se ci rendiamo perfettamente conto che, con esso, certamente non riusciremo a modificare in modo sostanziale il mondo che ci circonda. Speriamo solo di riuscire ad avvicinarci all'ideale rotariano di "servire al di sopra di ogni interesse personale", portando il nostro piccolo contributo alla società, sia con azioni concrete e sia con il miglioramento di noi stessi. Nel concepire il programma sono stato a lungo combattuto tra Gilgamesh e Serendip. Gilgamesh è l'eroe positivo nato da un'epopea sorta nel Medio Oriente che viene comunemente preso a simbolo di chi cerca, con grande determinazione, qualcosa di preciso e ben determinato. Nel campo della ricerca scientifica, ad esempio, Gilgamesh viene preso ad emblema di grandi imprese, nate con un obiettivo preciso, come la fissione nucleare o la conquista della luna. Serendip è invece il principe nato dalla fantasia di Horace Walpole, che viaggia nel territorio dell'antica Sri Lanka "facendo, per caso, sempre nuove scoperte di cose piacevoli che non andava cercando". Sempre nel campo della ricerca scientifica, Serendip è l'emblema delle scoperte nate dal caso, unito però ad una costante voglia di conoscere e di ricercare, come la mela di Newton, la rana di Galvani o la muffa di Fleming. Per mia formazione, sono stato più vicino a Gilgamesh e ho cercato di costruire, con determinazione, l'impalcatura del nostro programma. Ma ora è il vostro turno. Come il principe di Serendip, dovrete "viaggiare" con la voglia, però, di trovare tutti quei tesori di amicizia, di solidarietà, di arricchimento culturale e di occasioni di "servizio" di cui il Rotary può essere così generoso. Senza la Vostra partecipazione ed il Vostro entusiasmo la struttura da noi costruita rimarrà vuota e priva di contenuti. Mi vengono alla mente le parole di Paul Harris: "Se il Rotary ci ha incoraggiato a considerare la vita e gli altri con maggiore benevolenza, se il Rotary ci ha insegnato ad essere più tolleranti e a vedere sempre il meglio in ognuno, se il Rotary ci ha permesso di stabilire amicizie con altre persone che, a loro volta, stanno cer-cando di catturare e trasmettere la gioia e la bellezza della vita e di essere al servizio della comunità, allora il Rotary ci ha dato tutto ciò che potevamo attenderci". Anch'io inizio con Voi questo viaggio rotariano con molta titubanza e qualche apprensione. Mi conforta la collaborazione così efficace dei Vice Presidenti Storace e Tristano, dei Membri del Consiglio Direttivo, dei Presidenti di Commissione, dei Delegati per i giovani e per il Villaggio S.O.S., del Segretario Celi, dei Prefetti Melandri e Altomonte, del Tesoriere Vestrucci e della cara e insostituibile Signora Braga. Mi conforta l'amicizia dei past President che, sono sicuro, mi saranno vicini e non mi faranno mancare i loro preziosi consigli e suggerimenti. Mi conforta la speranza di poter contare sull'affetto e la benevolenza di tutti Voi. Porterò con molto orgoglio il distintivo ed il collare del nostro Club. Grazie della fiducia che mi avete accordato e che spero di non deludere. Grazie di essere intervenuti questa sera così numerosi e grazie per la Vostra attenzione. Francesco Fedi
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Natale 1996
Amici carissimi,
quest'anno abbiamo deciso di celebrare il Natale sottolineando, da una parte, l'arricchimento culturale di cui tutti noi usufruiamo nei nostri incontri Rotariani e, dall'altra, l'apertura del nostro sodalizio all'internazionalità, cioè ad usi, costumi e tradizioni diverse dalle nostre.
L'arricchimento culturale è legato stasera alla musica. L'internazionalità al fatto che la musica scelta è quella della tradizione afro-americana e più in generale del mondo musicale degli Stati Uniti d'America.
Il programma dei brani che ascolteremo eseguiti da Cheryl Nickerson e dalle Nickerson Sisters di Los Angeles, accompagnate al piano da Stefano Sabatini, è diviso in due parti.
La prima parte è dedicata agli "spirituals" ed ai "gospels" che tanta influenza hanno avuto nella cultura musicale americana.
Gli spirituals trovano la loro origine nella tradizione africana del canto collettivo in cui il solista intona una strofa che viene ripresa dal coro. L'accentuazione del ritmo con il battere delle mani a tempo e la struttura ripetitiva sono due caratteri distintivi di questi inni. Essi si diffusero nelle piantagioni degli Stati Uniti e si radicarono nella cultura afro-americana come accompagnamento sia nelle fatiche del lavoro e sia nei servizi religiosi.
Molti dei temi degli spirituals mostrano il passaggio dalla rassegnazione della schiavitù alla speranza del riscatto e sono tratti dall'Antico Testamento. La figura dei Profeti come guide, non solo carismatiche ma anche militari, verso la terra promessa sono simboli di una lotta concreta e della speranza della vittoria del bene sul male. Vale per tutti il brano di Giosuè che riesce a vincere la sua battaglia grazie alle trombe, suonate su ispirazione del Signore, che fanno crollare le mura della munitissima Gerico.
Il Gospel, termine formato da "good" e "speli" ossia buona novella, è invece la celebrazione del Vangelo e della parola di Cristo con l'accentuazione del valore di redenzione del Suo sacrificio. Una fede professata attraverso un canto liberatorio e glorificatore, altamente emotivo e pieno di gioia, che pare abbia avuto origine nei "camp meetings" organizzati dalle congregazioni delle chiese evangeliche sul finire del secolo scorso. Queste riunioni di fedeli, tenute all'aria aperta o sotto enormi tendoni, erano una consuetudine delle comunità rurali di colore e vedevano la partecipazione di intere famiglie, anche per diversi giorni, a servizi religiosi ed a sermoni interminabili di pastori e predicatori itineranti.
La seconda parte del programma si divide in due filoni.
II primo filone è dedicato alla cultura musicale americana moderna, crogiolo di razze e di religioni, ed inizia con George Gershwin. Nato alla fine del 1800 da ebrei russi da poco immigrati in America, egli diviene ben presto il continuatore del jazz che era nato, originariamente, nelle osterie, nelle sale da ballo popolari e sui marciapiedi. Il primo brano è la famosa "Summertime" (tempo d'estate) tratto dalla celebre Porgy and Bess in cui Gershwin interpreta il profumo violento e molle, nobile e vizioso, rassegnato e ribelle della vita negra degli Stati del Sud. Seguono brani dello stesso Gershwin, di Billie Holiday e di Hammerstein e Kern.
Il secondo filone è invece dedicato al Natale. Dapprima il Natale della tradizione scandinava, così ricca di elementi pagani, il Natale dell'albero costellato di luci multicolori, il Natale di Santa Claus che, vestito nel suo tradizionale abito rosso, con una fluente barba bianca, viaggia su una slitta piena di campanelli tintinnanti.
Ed infine il Natale della tradizione cristiana. Il Christmas che recupera il suo significato originario di "Messa di Cristo", il Natale della "Silent night", della notte silenziosa, del paesaggio pieno di neve, il Natale della santa grotta in cui i pastori increduli celebrano la buona novella della nascita del Gesù che riscatterà tutti noi.
E con questo termina il programma di questa sera.
Termina anche il primo semestre della mia presidenza rotariana.
Ciò non è accompagnato, come avrei creduto, da un senso di progressiva liberazione da un impegno che si è rivelato certamente assorbente. Si fa invece strada un sintomo di leggero rimpianto verso un'esperienza che mi ha arricchito spiritualmente ed umanamente.
Grazie per l'attenzione con cui seguite il mio impegno rotariano. Grazie per l'affetto che mi dimostrate.
Buon Natale, amici carissimi, buon Natale e felicissimo anno nuovo.
Francesco Fedi
Presidente Rotary Club Roma Ovest Anno Rotariano 1996-1997
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Relazione Consuntiva 1997
Amici carissimi, è giunto il momento dei bilanci. Stasera insieme a Voi passerò brevemente in rassegna le attività di questo anno rotariano alla luce di quanto mi ero riproposto nella mia relazione programmatica. Comincerò da quelli che considero i successi del programma appena concluso. Innanzitutto il programma dei nostri incontri. Come anticipato all'inizio dell'anno, circa la metà dei nostri 40 incontri sono stati dedicati al Rotary. E ciò nella radicata convinzione che non si può amare un sodalizio, che non lo si può servire con efficacia, se non lo si conosce nei suoi obiettivi, nelle sue finalità e nelle sue strutture. I Presidenti delle Commissioni (Aldo Bernuzzi, Maurizio Bufalini, Roberto Verna, Pino Troccoli, Vincenzo Bianchini) insieme con il Delegato Giovani (Maurizio Evangelista) ed il Delegato al Villaggio S.O.S. (Antonio Trifogli) hanno giocato un ruolo fondamentale. Ad essi sono state affidate le conversazioni nella prima settimana di ogni mese in cui, in armonia con il tema rotariano a cui il mese era dedicato, hanno esposto gli obiettivi e le attività della propria Commissione. Il programma dedicato al Rotary è stato completato dalle mie due relazioni di inizio e fine anno, dalla visita del Governatore Sergio Giannotti, dalla visita del Presidente Internazionale Vicente Giay, dalla relazione del Responsabile Distrettuale della Rotary Foundation Alberto Tamburrini, da quella del Past Governor Antonio de Majo sull' "evoluzione del pensiero rotariano da Paul Harris ai nostri giorni", nella ricorrenza del cinquantenario della morte del fondatore del Rotary e... da ben due Assemblee! Infine, la festa della donna è stata da noi celebrata, in chiave rotariana, ascoltando Italia Lecaldano che ci ha parlato con la sua proverbiale arguta "vis polemica" delle "riflessioni di una donna in un club rotariano". Cinque dei nostri incontri sono stati dedicati alla società dell'informazione ed al modo in cui questa rivoluzione - in cui progressivamente i "bit" si sostituiranno agli "atomi" e in cui la vera ricchezza sarà la creazione e lo scambio dell'informazione - influenzerà la nostra vita dei prossimi anni. Renato Brunetta ci ha illustrato i riflessi di questa rivoluzione sul mercato del lavoro, Tomaso Tommasi di Vignano quelli sulle strategie della multimedialità, Corrado Beguinot quelli sull'urbanistica delle nostre città, Domenico De Masi quelli sulla società ed, infine, Umberto de Julio quelli sul settore delle telecomunicazioni. Alle tematiche dell'attualità e della cultura in generale sono stati dedicati gli altri nostri incontri. Alberto Oliverio ci ha parlato dei confini della bioetica, Gerardo Mombelli del difficile rapporto tra gli Italiani e l'Europa, Mons. Sergio Sebastiani del grande Giubileo del 2000, Francesco Guizzi dei problemi del federalismo, Pietro Adonnino del nuovo regime fiscale degli enti no-profit (particolarmente calzante per il nostro Rotary) e Francesco Crucitti delle prospettive della moderna chirurgia. Ai problemi dell'industria, particolarmente importanti in questo momento di grave disoccupazione, sono stati dedicati tre incontri: Alberto Tripi ci ha illustrato il presente ed il futuro dell'IRI, Cesare Annibaldi ci ha parlato delle sfide della competitività e il Presidente della Confindustria Giorgio Fossa delle difficoltà dell'industria italiana in una riunione organizzata dal nostro Club con più di 260 partecipanti. Le iniziative culturali non si sono fermate alle conversazioni tenute durante i nostri incontri conviviali. Le visite alla necropoli precostantiniana della basilica di S. Pietro e alle tombe della via Latina hanno riscosso molto successo. Così come le tre escursioni. La prima a Pienza ed Orvieto che ha messo in giusta luce quella che erroneamente viene talvolta definita "Italia minore". La seconda ad Agrigento con la suggestione dei mandorli in fiore nella Valle dei Templi, della casa di Pirandello, dei mosaici di Piazza Armerina e dei piaceri gastronomici nelle tappe agrituristiche. La terza in Andalusia. E' ancora vivo dentro di noi il ricordo di Siviglia immersa nell'entusiasmo della "Feria de Abril", con le sue mille "casetas", le "sevillanas", i fiumi di manzanilla ed i ragazzi e le ragazze a cavallo nei loro splendidi costumi; della suggestione provocataci dalla moschea di Cordova e dall'Alhambra di Granada; della splendida cornice del Puente Romano di Marbella. Ed, infine, il concerto presso l'Auditorio del Gonfalone in cui un complesso di chitarre classiche con le loro tonalità ed il loro timbro pieno di risonanze ci hanno fatto spaziare in un repertorio che è andato dal barocco al moderno. Oltre che durante le visite, le escursioni ed il concerto, le amicizie tra i soci si sono cementate ed estese ai familiari dei soci in occasioni di altri numerosi incontri. Durante la riunione per la presentazione della mia relazione programmatica, con musica e ballo, nei bei saloni del Golf Club Olgiata; durante la riunione per la visita del Governatore (qualcuno, e questo mi ha fatto particolarmente piacere, mi ha detto che è stata la visita di governatore più divertente a cui ha mai assistito); durante la cena di Natale con i "gospels" e gli "spirituals" delle Nickerson Sisters; da "Gilda", per l'ultimo di Carnevale, con balli sfrenati persino sui "cubi"; al Grand Hotel in occasione della cena di Pasqua ed, infine, in questa bella cornice dell'Appia Antica per il passaggio del "collare". Ed in queste occasioni tutti con il "cartellino", il "badge" come dicono gli anglofili, per migliorare la conoscenza e l'affiatamento tra noi. Un altro aspetto del programma di quest'anno che va sottolineato alla Vostra attenzione è quello delle iniziative di "servizio" verso gli altri, specie i più bisognosi, prese dal nostro Club nel solco della migliore tradizione rotariana. Innanzitutto un convinto e quest'anno più generoso sostegno alla Rotary Foundation. Credo che inorgoglisca tutti noi essere rotariani se si pensa che attraverso questa Fondazione si sono potuti già vaccinare contro la poliomielite oltre mezzo miliardo di bambini nei paesi in via di sviluppo e che l'obiettivo che la Fondazione persegue è quello di sradicare il virus della poliomielite entro il 2005, 100° anniversario del Rotary. Abbiamo poi continuato a sostenere il villaggio S.O.S., l'assegnazione di borse di studio ai figli dei caduti delle Forze dell'Ordine, il centro di riabilitazione equestre "Tina de Marco" e il banco alimentare di Roma. Come fanno intuire le iniziali "Save Our Souls" (salva le nostre anime), il villaggio S.O.S. è un'iniziativa nata in Austria nel 1947 per aiutare i bambini rimasti orfani. A Roma l'iniziativa si è concretizzata in un "villaggio" composto da 8 villette, ciascuna con un numero di piccoli orfani oscillante da 5 a 7 affidati ad una donna che per 24 ore al giorno agisce da "mamma". L'iniziativa di assegnare borse di studio ai figli dei caduti delle Forze dell'Ordine è nata 19 anni fa in un clima di estrema difficoltà per il nostro paese ad opera di tutti i Club di Roma ed è organizzata a turno da un Club diverso ogni anno. Anche quest'anno la cerimonia della consegna è stata particolarmente commovente ed è stata seguita da una visita al Presidente del Consiglio dei Ministri a palazzo Chigi. Il Centro di riabilitazione equestre "Tina de Marco", il cui fondatore è il Generale Girolamo de Marco socio del nostro Club da cui si è distaccato nel 1980 per fondare il Club "Nord Ovest", persegue il recupero psicomotorio e sociale dei disabili attraverso l'ippoterapia, cioè mettendo a contatto persone che soffrono di gravi handicap fisici e psichici con cavalli appositamente addestrati. Ed infine il banco alimentare di Roma, che fa parte della Fondazione nata a Milano nel 1989 ed a cui il nostro Club ha dato il suo contributo. Nel 1996 esso ha distribuito gratuitamente circa 1000 tonnellate di alimenti, che sarebbero altrimenti andati perduti, a circa 250 Enti Assistenziali della Regione Lazio. Madre Teresa di Calcutta era usa affermare che quello che la scandalizzava non era che esistessero i ricchi e i poveri: ma che esistesse lo spreco. E il Rotary, con il banco alimentare, ha tenuto bene in conto questa af-fermazione. Accanto alle iniziative di "servizio" che ho appena citato e che sono per così dire una tradizione del nostro Club, abbiamo intrapreso, quest'anno, iniziative nuove e completamente "Roma Ovest". La prima, nell'ambito delle attività rotariane di pubblico interesse mondiale (APIM), è consistita nel contribuire al programma "bread and milk" (pane e latte) teso ad assicurare un minimo di nutrizione a circa 1500 bambini che vivono in una regione dell'Angola devastata da anni di guerra civile. La seconda iniziativa, il progetto "Energia per Musienne", è nata da un'idea del nostro Delegato giovani Maurizio Evangelista e del nostro Rotaract Roma Ovest. Musienne, nel nord-est dell'exZaire oggi Repubblica Democratica del Congo, è una piccola città di circa 5000 abitanti. A questi va aggiunto un gran numero di studenti che ogni giorno vi si reca, provenendo da città e cittadine della zona, per frequentare scuole elementari, secondarie e professionali. Oltre che per la popolazione scolastica, Musienne è importante per l'attività agricola che tuttavia si avvale di metodi ancora antiquati, soprattutto per la mancanza di energia elettrica. In questo contesto ci siamo fatti promotori di un progetto per la realizzazione di una microcentrale elettrica di 3 kW, del costo di circa quindici milioni di lire, che permetterà di illuminare due aule scolastiche; di conservare medicinali e vaccini; di meccanizzare procedure di trasformazione di prodotti agricoli. Grazie all'entusiasmo del nostro Delegato giovani Maurizio Evangelista che ha presto contagiato sia me che il nostro Rotaract, l'iniziativa si è potuta realizzare in un solo anno invece che in due anni come inizialmente previsto. La terza iniziativa, anch'essa portata a termine insieme al nostro Rotaract Roma Ovest, è quella del Premio di laurea intitolato a Giorgio Villa per molti anni Delegato giovani e Past President del Rotary Club Roma Ovest. Le due ultime iniziative mi danno modo di accennare a quello che considero il terzo punto di successo del programma: la stretta e proficua collaborazione instaurata con i nostri giovani del Rotaract. Investire nei giovani va certamente nella direzione di "costruire il futuro con lungimiranza" come ci ha invitato a fare il nostro Presidente Internazionale. E mi è perciò particolarmente caro rivolgere un affettuoso saluto al Presidente del nostro Rotaract Carla Valenzano, al Past President Nicola Ardente, al Presidente incoming Maria Cristina Salvucci ed al Segretario Enza Farina. Non vorrei darVi però la sensazione che abbiamo avuto tutti successi. Vi sono anche obiettivi che non abbiamo raggiunto. Il primo è l'ambizioso sviluppo dell'effettivo che ci eravamo prefissi. Nonostante gli sforzi dell'amico Aldo Bernuzzi, nonostante gli appelli ai Soci seniori attivi affinchè proponessero nuovi soci a cui affidare "il testimone" della classifica da loro lasciata libera, nonostante il "calepino" distribuito all'inizio dell'anno per meglio individuare le classifiche ancora non coperte, siamo riusciti solo a mantenere all'incirca costante il numero dei nostri soci. Circa 150 eravamo e circa 150 siamo rimasti. Anche il numero dei soci di sesso femminile ahimè! non è aumentato: 4 su 150, neanche il 3%, non è, a mio avviso, una percentuale che rispecchia l'impegno attuale delle donne nella società. Ancora una volta il futuro è nelle mani dei giovani: mentre i Presidenti dei 19 Club romani sono tutti maschietti, in una riunione congiunta Rotary-Rotaract, mi sono reso conto che i Presidenti dei Rotaract romani sono invece quasi tutte donne. E questo ci fa bene sperare per le pari opportunità del futuro. Un altro obiettivo non raggiunto è l'assiduità. Così come la costante universale π, il famoso 3.14 della geometria appresa nelle nostre scuole, rappresenta la sconfitta degli antichi greci di riuscire ad ottenere la quadratura del cerchio, così quelle che si sono rivelate due costanti universali per il nostro Club e cioè i numeri 30 e 50, rappresentano, con piccolissimi scarti, il numero delle presenze delle conviviali diurne e serali del nostro Club e quindi, ahimè!, la nostra sconfitta di assiduità. Saremmo stati ben felici di porci il problema economico (peraltro davvero non indifferente) che sarebbe scaturito da una presenza costante del 100% perché questo sarebbe stato in linea con gli ideali rotariani. A proposito di economia è giusto accennare al rendiconto economico. Le entrate provengono sostanzialmente dalle quote sociali e si aggirano intorno ai 300 milioni. Anche i meno versati nelle matematiche riusciranno facilmente a rendersi conto infatti che, moltiplicando i circa 2 milioni di quota annuale per 150 soci, si ha come risultato la cifra che ho detto. Tale cifra va però maggiorata di circa il 10% per tenere conto delle entrate connesse alle iniziative di beneficenza che abbiamo posto in essere quest'anno. Delle spese, ovviamente eguali alle entrate, la maggior parte, circa il 60%, sono assorbite dalle conviviali, e 40% da tutto il resto: il 13% dai contributi al Rotary; l'8% dalle iniziative culturali; l'll% dai contributi alla Rotary Foundation e alle altre iniziative di beneficenza e l'8% da posta, telefono e varie. Per completezza, desidero infine ricordare il Convegno del Distretto 2080 "Ambiente e Salute" che si è svolto con grande successo di pubblico e diffusione sui media televisivi e che si è concluso con una visita al Santo Padre. Come sapete, essendo stati "inondati" da verbali e allegati che il Consiglio Direttivo nel suo desiderio di "trasparenza" ha inviato a ciascuno di Voi, è ancora aperto il problema delle spese connesse al Convegno. Noi tutti auspichiamo che si possa raggiungere una soluzione che, nel rispetto della verità, possa comporre la questione al più presto. Queste, in estrema sintesi, le luci e le ombre, i successi e gli insuccessi delle nostre attività di quest'anno. Gli insuccessi sono, per definizione, da attribuire al Presidente. Per i successi devo invece essere grato a molte persone. Un grazie particolare dunque: a Vincenzo Bianchini per l'impegno dedicato al nostro programma; al nostro "Prefetto di ferro" Mario Melandri, per aver curato che tutto si svolgesse nel migliore dei modi e nei tempi previsti; a Pino Troccoli per aver fatto sì che le nostre iniziative avessero una vasta eco sulla stampa rotaria-na; ai Presidenti e ai componenti delle varie Commissioni; al Delegato giovani e al Delegato al Villaggio SOS e, "last but not least", alla cara Signora Braga. Nel momento di terminare la mia Presidenza che per me, Vi assicuro, è stata una grande esperienza di vita, desidero richiamare alcune considerazioni della mia relazione programmatica. Vi ricorderete che Vi parlai allora di Gilgamesh e di Serendip. Gilgamesh l'eroe positivo comunemente preso a simbolo di chi cerca, con grande determinazione, qualcosa di preciso e di ben determinato. Serendip il principe che viaggia facendo, per caso, scoperte di cose piacevoli che non andava cercando. Come Gilgamesh, insieme con il mio Consiglio Direttivo, ho costruito con grande impegno le strutture del nostro programma e delle nostre iniziative. A qualcuno il nostro programma potrà essere piaciuto poco. A qualcuno potrà non essere piaciuto per nulla. Ma credo che nessuno possa dire che l'impegno non sia stato rilevante e che esso sia stato profuso secondo uno dei più bei principi rotariani, e cioè al di sopra di ogni interesse personale. Una volta terminato il lavoro di Gilgamesh, ho iniziato, come Serendip, il nostro viaggio rotariano. DirVi che la navigazione sia stata sempre tranquilla e senza problemi non sarebbe la verità. Talvolta la navigazione è stata difficile e burrascosa. Abbiamo incontrato degli iceberg che emergevano pericolosamente dall'acqua e che lasciavano intravedere una parte sommersa accumulata in anni precedenti. Abbiamo cercato di evitarli e di reggere il timone della nostra barca anche quando, nel buio più completo, gli unici punti di riferimento erano gli ideali e i principi rotariani. Ma non sarebbe stato possibile arrivare in porto senza la preziosa collaborazione di tutto l'equipaggio al quale desidero rivolgere il mio più vivo ringraziamento. I due Vice Presidenti Luigi Storace e Riccardo Tristano, il Past President Titta Mazzuca, il Presidente incoming Massimo Filippo Marzi e tutti i membri del Consiglio. Durante l'anno, all'equipaggio originario, si sono aggiunti rinforzi dall'interno e dall'esterno del Club: a Enrico Biamonti, Aldo Pannain, Antonio de Majo, Emilio Lapiello e a tutti i Past President il mio grazie di cuore. Come Vi avevo anticipato all'inizio del mio anno rotariano, ho portato con orgoglio le insegne di questo Club, che rimane uno dei più prestigiosi di Roma e a cui va il mio augurio più sincero di serenità e di successo. Ho cercato di portarle con dignità. Grazie per l'affetto e la benevolenza con cui avete seguito il mio impegno. Grazie per la solidarietà che tanti di Voi mi hanno dimostrato.
Grazie per la Vostra attenzione di questa sera.
Francesco Fedi
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Presidente COST 2004
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